La gestione dei compiti per casa può risultare un vero e proprio incubo, tanto da tradursi in lotte continue tra genitori e figli che durano per tutto il pomeriggio. I risultati sono spesso un clima familiare teso e compiti portati a termine parzialmente o completati dai genitori.
In quest’articolo presenterò alcuni suggerimenti per affrontare meglio i compiti a casa.
Compiti a casa sì o no?
Nella letteratura sono presenti numerose ricerche favorevoli o contrarie ai compiti a casa assegnati dagli insegnanti. Tra le ricerche favorevoli è stato riscontrato un forte legame tra compiti portati a termine e successo scolastico: i compiti migliorano le abilità di studio, facilitano la comprensione del materiale scolastico e coinvolgono i genitori nel percorso educativo del figlio.
Le ricerche contrarie hanno rilevato che i compiti a casa sembrano associati a perdita di interesse per lo studio e fatica fisica ed emotiva, tolgono tempo alla vita familiare e amplificano le disuguaglianze sociali.
Nonostante i pareri contrastanti, la maggior parte delle figure che si occupano di educazione sembra considerare i compiti a casa uno strumento per potenziare l’organizzazione dei tempi, l’autonomia, la responsabilità , la perseveranza e la fiducia in se stessi.
È quindi importante che diate valore ai compiti a casa, come contributo alla crescita cognitiva ed emotiva di vostro figlio.
Consigli utili per i genitori!
- Affrontate i compiti a casa dandogli il giusto peso, essi infatti sono un dovere e pertanto possono essere noiosi, confrontarsi con questa dimensione permette di imparare a tollerare la fatica.
- I compiti per casa devono avere un tempo e uno spazio proprio. Decidete quando è il momento dei compiti e prima del loro completamento non si deve fare altro. È bene essere diligenti in quanto il bambino dovrà imparare ad autogestire il proprio tempo. Il luogo dei compiti deve favorire la concentrazione, la scrivania in ordine può aiutare, così come la lontananza di giochi o altre distrazioni.
- Quando intervenire nell’aiuto? È bene che il bambino senta che siete presenti quando fa i compiti, in modo da intervenire quando lui lo richiede. In questa fase sono importanti incoraggiare ed evidenziare i risultati positivi. Quando vi accorgete che il bambino sbaglia potete invitarlo a riguardare più attentamente quello che ha fatto, evitando una correzione immediata, anche perché l’insegnante deve accorgersi dell’effettiva preparazione degli studenti.
- È meglio inizialmente controllare se vostro figlio abbia portato a termine tutti i compiti assegnati, ma pian piano questo controllo dovrà diminuire e seguire la crescita del bambino. Non sostituitevi a lui, con il tempo il bambino imparerà ad essere più autonomo e responsabile, percependosi protagonista nell’esperienza scolastica.
- Sostenete emotivamente la fatica di vostro figlio, il messaggio che dovrà passare è: “Puoi farcela non mollare!”. I compiti a casa sono un ostacolo per il bambino, la sua autostima va sostenuta e le aspettative devono essere realistiche. Con il tempo si può far leva sull’importanza di imparare cose nuove per se stessi e non per i voti o per far contenti i genitori.
Se il bambino si oppone?
Ogni bambino reagisce diversamente ai compiti a casa. Quando un bambino è particolarmente oppositivo bisogna chiedersi se dietro i capricci non si celi un disagio nel contesto scolastico o problemi nell’apprendimento. È importante in questa situazione evitare insulti, ricatti o punizioni in modo da non alimentare la rabbia del bambino, che alzerà una resistente barriera nei confronti della scuola.
Situazioni di questo tipo rendono maggiormente necessaria una collaborazione tra genitori, insegnanti e studente, capire i bisogni di quest’ultimo risulta fondamentale per evitare di adottare scelte didattiche non efficaci. Coinvolgere un professionista per essere affiancati e supportati in queste scelte, oltre che nella gestione del percorso scolastico e nell’individuazione di un metodo di studio personalizzato, può essere una formula vincente.