Durante i primi mesi di pandemia da Covid-19 i bambini sono risultati essere meno colpiti dal virus rispetto agli adulti e agli anziani. Tuttavia, il lungo periodo di lockdown e di quarantena, ha avuto impatto anche su molti di loro. La riduzione dei contatti sociali ha riguardato tutti, anche ragazzi e bambini di ogni età e questo è ciò che ha avuto maggiore effetto sul loro benessere. Oltre al valore dell’amicizia c’è infatti l’importanza di stare insieme ai propri coetanei e condividere attività oltre lo studio, come giochi, tempo libero e sport. In queste occasioni i bambini imparano a collaborare, a fidarsi degli altri, sviluppano la propria identità e la capacità di provare empatia. La socializzazione e le attività ad essa legate sono per questo fondamentali durante la crescita, anche se in misure e modalità diverse in base ad età , contesto, personalità e struttura familiare.
L’impatto del lockdown sui bambini molto piccoli
I bambini che ancora non hanno cominciato la scuola primaria sono maggiormenti dipendenti dalle figure genitoriali. A seconda del contesto familiare però, anche loro possono avere avuto comunque dei disagi. I bambini più piccoli infatti risentono moltissimo dello stress familiare e più in generale vengono influenzati dalle ansie e dalle tensioni dei genitori. D’altra parte tutti i disturbi appartenenti alla sfera psichica ed emotiva degli adulti, nella maggior parte dei casi si sono accentuati durante i mesi più critici della pandemia, e per un bambino molto piccolo, anche il più insignificante cambiamento nel comportamento dei genitori può essere vissuto come destabilizzante.
Confinamento in casa e comportamenti di regressione
Per quanto riguarda in particolare i bambini con meno di 6 anni, una percentuale maggiore al 50% ha dimostrato comportamenti regressivi. Nel lungo periodo trascorso in casa, lontani dalla scuola, dagli asili e dai contatti con gli altri bambini, molti hanno ripreso comportamenti che avevano abbandonato crescendo: per esempio chiedendo più coccole ai genitori, mostrando nuovamente attaccamento alla mamma o rifiutandosi di mangiare alcuni cibi. Altri disturbi hanno riguardato invece l’aumento dell’irritabilità , i disturbi del sonno e l’ansia da separazione.
L’importanza delle abitudini per i bambini
Per i bambini più piccoli capire il motivo delle restrizioni è stato più complicato e l’improvvisa interruzione delle loro abitudini (fra cui i momenti di socializzazione con altri bambini) possono essere state più difficili da comprendere. È possibile che qualcuno di loro abbia vissuto questo cambiamento come ingiusto o addirittura punitivo, in particolare in quelle famiglie in cui gli impegni lavorativi dei genitori li privavano di tutte le attenzioni desiderate.
Cosa fare per prendersi cura dei bambini che hanno mostrato stress o regressione
È importantissimo in questa fase di ripresa e anche quando ci auguriamo si ritornerà ai normali ritmi di settembre fra nido, scuola, sport e socializzazione con gli altri bambini, prestare attenzione al comportamento dei più piccoli, osservarli senza allarmarsi ai primi segni di disagio, in modo spontaneo e affettuoso e insegnando loro una corretta educazione sanitaria. Cercate di far vivere ai bambini un rientro il più possibile normale e cercate di far comprendere loro che il distanziamento deve essere solo fisico e mai sociale. Nel caso i sintomi durassero più a lungo e limitassero la vita quotidiana, rivolgetevi ad uno Psicologo dell’età evolutiva.