Quando parliamo di maternità dobbiamo fare i conti anche con l’aspetto emotivo che questa esperienza straordinaria porta con sé. Per le neo mamme, i giorni che seguono la nascita di un figlio sono carichi di emozioni collegate a stati psicologici e affettivi, ma anche collegate a sollecitazioni neuroendocrine ed ormonali. Ogni donna risponde a questi cambiamenti e all’esperienza della nascita di un figlio in modo personale, alcune positivamente altre meno. Questo non significa che ci sia un modo giusto o sbagliato di reagire a queste sollecitazioni, e tutto ciò che sentiamo va vissuto con naturalezza e consapevolezza.
Che cos’è il baby blues?
Quando nei giorni immediatamente successivi al parto (di solito i primi 10-15 giorni) si manifestano sintomi quali: crisi di pianto, sbalzi d’umore, tristezza, irritabilità , ansia, disturbi del sonno e dell’appetito, paura e scarsa concentrazione, ci troviamo di fronte ai più comuni sintomi del baby blues, una condizione naturale che interessa il 50-80% delle neo-mamme. Questo termine è stato utilizzato per la prima volta dal pediatra e psicoanalista Donald Winnicott per indicare i sintomi che caratterizzano i primi giorni successivi al parto.
Uno stato di stanchezza e malessere passeggero che non altera la capacità della mamma di prendersi cura del proprio bambino. Si tratta quindi di una condizione che non deve spaventare poiché legata al processo di adattamento ormonale e psicologico tipico di questa fase della vita. Del resto, non dimentichiamo che con la nascita di un figlio nasce anche una nuova dimensione per la donna, ossia quella di madre, ed è in questa nuova dimensione che la donna ridefinisce la propria identità . E sono proprio questi cambiamenti a scatenare il turbinio di emozioni non sempre piacevoli da sperimentare.
Qual è la differenza tra baby blues e depressione post partum?
Come abbiamo detto, il baby blues è una condizione passeggera, che per sua natura tende a risolversi naturalmente nel giro di un paio di settimane. La depressione post partum invece si manifesta con tempi diversi, più lunghi e più lenti. La depressione post partum infatti è un disturbo più complesso che solitamente appare ancora distanza di un mese dal parto. Le neo mamme che soffrono di depressione post partum perdono fiducia, autostima, energia piacere e interesse. Possono soffrire di disturbi del sonno o dell’appetito e provano sensi di colpa eccessivi. Un malessere profondo che in alcuni casi può portare la mamma al distaccamento affettivo dal proprio bambino e alla dolorosa sensazione di non capirne i bisogni e i segnali per prendersi cura di lui nel modo corretto.
Cosa fare in caso di depressione post partum?
Intervenire velocemente senza lasciar passare troppo tempo significa non perdersi i momenti belli della maternità. La prima cosa da fare è chiedere aiuto ad un professionista, senza pensare che riconoscere il proprio malessere sia il segno di una debolezza o una condizione di cui vergognarsi o avere paura. È importante ascoltare le proprie emozioni e chiedere aiuto, così come è necessario iniziare a pensare alla maternità non solo come una fase della vita di grande gioia ma anche come momento di cambiamento e di crisi in cui è lecito stare male e sentirsi distanti dai propri cari e dai propri figli. L’aiuto di un esperto sarà indispensabile per stare meglio.