Il Ministero dell’Università e della Ricerca definisce il Benessere Organizzativo come la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori che operano al suo interno. Studi e ricerche sulle organizzazioni hanno dimostrato che le strutture più efficienti sono quelle con dipendenti soddisfatti e un “clima interno” sereno e partecipativo. La motivazione, la collaborazione, il coinvolgimento, la corretta circolazione delle informazioni, la flessibilità e la fiducia delle persone sono tutti elementi che portano a migliorare la salute mentale e fisica dei lavoratori, la soddisfazione degli utenti e, in via finale, ad aumentare la produttività.
Analisi del benessere organizzativo
Le realtà organizzative, le dinamiche e il potenziale delle persone al suo interno mi hanno attratto fin dai primi anni di università, ecco perché ho scelto di specializzarmi in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni, all’Università di Trento.
Nel contesto universitario ho conosciuto colleghi con cui condividere idee e progetti che confluiscono in Altrafase.
Ho scelto di intraprendere il percorso di Specializzazione in Psicoterapia Biosistemica per arricchire gli strumenti nella conduzione di gruppi e nell’accoglienza dell’individuo.
Che cosa significa “analisi del benessere organizzativo”?
L’analisi del benessere organizzativo ha un focus sul clima aziendale, il quale è stato riconosciuto come indicatore della qualità delle relazioni interne. Inoltre, il clima è in relazione con la cultura organizzativa, con la quale si intende il risultato di come i lavoratori percepiscono i valori di cui l’azienda è portatrice. Per poter effettivamente parlare di “clima” le percezioni devono essere condivise dalla maggioranza dei membri, ed acquisite in relazione a specifici fattori della situazione in atto. Infatti, percepire l’ambiente di lavoro positivamente è un importante predittore della disponibilità dei destinatari dell’intervento al cambiamento, all’apertura e ad un efficace adattamento.
A cosa serve l’analisi del benessere organizzativo?
È uno strumento in grado di rispondere a diverse esigenze e di perseguire molteplici finalità:
- costituisce un importante momento di diagnosi organizzativa;
- buon indicatore della soddisfazione lavorativa;
- fornisce un feedback sull’attività dei coordinatori/responsabili;
- fornisce informazioni utili sul fabbisogno formativo;
- è di per sé un’azione in grado di generare coinvolgimento e partecipazione, in quanto testimonia un’attenzione particolare che l’organizzazione riserva ai collaboratori di quella realtà.
Quando occorre analizzare il benessere all’interno di un’organizzazione?
- Quando non sono presenti segnali di “malessere”
Lavorare in un’ottica di prevenzione, ci permette di individuare tempestivamente anomalie e di intervenire con la massima efficacia. - Quando c’è un cambio “ai piani alti”
Dalla nostra esperienza all’interno delle Organizzazioni abbiamo valutato che il cambiamento non comunicato o gestito con cura, comporta degli squilibri all’interno del team di lavoro che possono riflettersi su tutta l’organizzazione. Coinvolgimento e consenso sono ciò di cui un nuovo responsabile ha bisogno quando affronta il suo mandato. - Quando e/o se “C’è qualcosa che non va!”
Il malessere organizzativo spesso non viene rilevato per tempo e il clima aziendale si deteriora rendendo le persone deluse, irritate e demotivate. Questo è il momento in cui i vertici aziendali possono contattarci per agire tempestivamente.
Creare un ambiente di lavoro in cui le persone possano sentirsi felici non è semplice, ma è un obiettivo, oggi, sempre più ricercato dalle aziende. Le persone felici al lavoro sono il 12% più produttive, e le aziende lo diventano del 31%, mentre le vendite aumentano del 37%. Un sistema virtuoso che crea meccanismi di benessere per le persone, per le aziende e per gli investimenti.
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